Arte

La mitologia norrena nell’arte romantica del Nord Europa

La mitologia norrena nell’arte romantica del Nord Europa.

Vi porto nel periodo del Romanticismo, all’epoca in cui era forte il desiderio di tornare alle proprie origini storiche. In Nord Europa la Mitologia Norrena torna ad incantare gli artisti di questo periodo, suscitando fascino e ammirazione nelle anime dei più sensibili.

Si comincia a raccontare di miti norreni, di eroi e di dèi, di creature allegoriche pregne di spiritualità ed emotività.

Nils Blommér.

Nils Blommér, pittore svedese nato nel 1816, è un esempio lampante di come la cultura norrena abbia suggestionato l’immaginario romantico.

Elfi delle praterie – Blommér

In Elfi delle praterie (Ängsälvor come titolo originale) Blommér, nel 1850, dipinge una danza rituale di creature mitiche appartenenti alla natura. Le figure indossano vesti leggere quasi trasparenti che volteggiano insieme a loro. La luce del tramonto – o dell’alba – illumina parte dei loro corpi, accentuando l’atmosfera magica che il dipinto regge. Vicino agli alberi in lontananza, un personaggio a cavallo rimane abbagliato dallo scenario che si trova davanti. Probabilmente non sfuggirà all’incantesimo.

Il cielo occupa una grande porzione di quadro: tema dell’arte romantica era proprio la contrapposizione tra l’immensità della natura e la piccolezza dell’uomo, che rimaneva sovrastato e quasi impotente di fronte alla sua vastità. Gli alberi si stagliano scuri contro la considerevole luminosità del cielo.

Sulla destra, l’albero spoglio pare una citazione dei dipinti di Caspar David Friedrich, grande esponente dell’arte romantica.

Il Nykr e le figlie di Ægir – Blommér

Il Nykr e le figlie di Ægir, dipinto da Blommér sempre nel 1850, rappresenta invece la personificazione delle onde, raffigurate dalle figlie di Ægir e di Ràn, e uno spirito d’acqua mutaforma, il Nykr, che nuotano sotto una luna lucente e guardinga.

Tra le onde si intravedono i copri delle donne mescolarsi con l’acqua. Si racconta che fossero nove, esattamente come i termini poetici per dire “onda”. Il Nykr suona una musica incantata con l’arpa, attirando a sé, come racconta la leggenda, le sue ignare vittime per annegarle.

Ancora una volta il cielo notturno si staglia infinito sull’acqua scura. La luna getta riflessi sulle onde e sulla pelle dei personaggi, mentre in lontananza si erge un’architettura romanticamente diroccata. Una leggenda raccontata in modo sentimentale ed oscuro che ricalca perfettamente la sensibilità artistica dell’epoca.

Peter Nicolai Arbo.

Il pittore norvegese Peter Nicolai Arbo nasce nel 1831 e si dedica in particolar modo a pitture storiche e mitologiche.

La caccia selvaggia – Arbo

Il suo quadro più famoso è Asgårdsreien o La caccia selvaggia, la versione del 1872. Arbo dipinge un gruppo di guerrieri che cavalcano attraverso un cielo cupo, accompagnati da corvi neri, simboli di Odino. A guidare il gruppo probabilmente è Sigfrido, eroe epico della mitologia norrena, raffigurato con la spada alzata e seguito da due Valchirie, mentre gli altri personaggi sembrano essere tutti uomini, con l’eccezione delle tre fanciulle nude che vengono catturate. Sono presenti anche due berserker, rappresentati con la pelliccia posta sul capo. Al centro del dipinto spicca il dio Thor che alza il martello al cielo.

Dietro il corteo di guerrieri si apre uno squarcio di luce tra le nubi del cielo notturno, come se si stessero lasciando alle spalle un’eroica battaglia. I corpi in torsione favoriscono il movimento e l’epicità dell’istante, mentre la luna, in basso, accarezza dolcemente la terra desolata e fumante.

Questa ricca e movimentata scena è stata probabilmente ispirata da un poema di Johan Sebastian Welhaven, intitolato come il dipinto Asgårdsreien e che inizia con la frase “Nell’aria notturna corre un treno di schiumosi cavalli neri”. Anche il prendere ispirazione da poemi epici e scritti antichi è un tratto tipico dell’epoca romantica.

Valchiria, 1864 – Arbo
Valchiria, 1869 – Arbo

Un altro dipinto molto famoso è quello della Valchiria, di cui ha fatto due riproduzioni, una nel 1864 e l’altra nel 1869.

Vediamo la protagonista al centro del quadro, in groppa al suo destriero e nel mezzo dell’azione. I corvi, simboli di Odino, volano intorno a lei e alle altre Valchirie che si intravedono in ultimo piano. La prima versione è meno definita e più scura. Vediamo una forte luce dorata provenire dallo sfondo creare altrettante ombre in primo piano. Nella versione del 1869 la Valchiria è più nitida e più espressiva, così come il cavallo che nitrisce con foga. La luminosità che pervade tutto il quadro rende l’atmosfera più epica.

Dagr – Arbo
Nòtt – Arbo

Arbo dipinse anche due splendide figure allegoriche: Dagr, nel 1874, la personificazione del giorno che, in sella al suo bianco destriero Skinfaxi, cavalca per illuminare la terra, e Nòtt, la personificazione della notte nonché madre di Dagr, in sella al nero Hrímfaxi, dipinto risalente al 1887. Entrambi i quadri sono mossi da un gran vento ma i visi dei protagonisti, che cavalcano su nubi dense, rimangono pacati e privi di emozioni.

Mårten Eskil Winge.

Come ultimo dei romantici qua analizzati propongo Mårten Eskil Winge, nato a Stoccolma nel 1825.

Loki e Sigyn – Winge

Del 1863 è il quadro Loki e Sigyn. La scena rappresenta il castigo del dio Loki: per aver ucciso Baldr, viene legato dagli dèi mentre un serpente, posto sopra al suo capo, lascia gocciolare il veleno su di lui. La fedele moglie di Loki, Sigyn, raccoglie il veleno in una ciotola che, racconta il mito, una volta piena, sposta per svuotarla. Il veleno cade quindi sul volto di Loki provocando terremoti dal gran dolore che il dio deve reggere.

Questa terrificante leggenda è qui rappresentata con i protagonisti posti su un terreno roccioso. Loki si contorce dal dolore, ha il volto sbigottito, quasi al limite della follia, mentre la fermezza e la consolazione sono stampati sul viso della moglie. I drappeggi rigidi dei tessuti di Sigyn ricordano le vesti delle Madonne del Rinascimento, così come la sua candida pelle. La composizione e l’uso parsimonioso ed equilibrato del chiaro/scuro sono ben bilanciati.

Kraka – Winge

Le abilità del pittore svedese si fanno avanti anche nel dipinto del 1862 intitolato Kraka. Rappresenta Aslaug, figlia di Sigurðr, nella celebre scena in cui viene convocata da Ragnarr Lothbrok, il quale, per testare la sua intelligenza richiese che si presentasse a lui né vestita né nuda, né sazia né affamata, né sola né in compagnia. Aslaug non solo era di rara bellezza, ma anche di grande intelligenza e si presentò vestita di una rete mentre mangiava una cipolla e accompagnata da un cane.

Il nome del quadro significa corvo: dal momento che la giovane donna fu cresciuta da due contadini – assassini del suo patrigno – i quali, per nascondere la sua bellezza, la cospargevano abitualmente di catrame. Tali personaggi, probabilmente sono citati nel dipinto: sulla destra, in fondo, possiamo infatti notare due contadini che parlano.

Alsaug occupa gran parte dello spazio: è seduta al centro del dipinto su una scogliera in riva al mare che guarda l’orizzonte con uno sguardo malinconico ma ben conscio delle proprie invidiabili qualità. La sua pelle e i suoi capelli emanano una luce calda, che si irradia intorno alla figura della giovane rendendo il quadro stesso più luminoso.

Il Romanticismo è il periodo della sensibilità storica, della valorizzazione delle radici culturali dei popoli, del sognare la grandezza e l’eroicità del passato. E tutti questi artisti sono riusciti a cogliere perfettamente questo spirito, presentando al pubblico ciò che il loro popolo è stato, in cosa hanno creduto, per cosa hanno combattuto. Perché il passato, oltre a far sognare, insegna qual è il terreno da cui abbiamo preso nutrimento, insegna da quali basi stiamo crescendo, per evolverci ogni giorno in persone e popoli migliori.

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Sono una critica, gallerista e curatrice d'arte. Credo nell'espressione artistica di ogni persona, che punto a celebrare mettendola al centro dei testi critici che scrivo. Tratto in particolare agli artisti emergenti, per farli conoscere al mondo il più possibile.

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