Arte

La Notte (o Adorazione dei Pastori) di Correggio

La Notte (o Adorazione dei Pastori) di Correggio

In questo giorno propongo questo olio su tavola, perché, oltre ad essere a tema natalizio, è anche un dipinto che è stato come un vero e proprio fascio di luce: è innovativo a tal punto da aver avuto varie influenze nell’arte dei secoli che gli succedettero.

Eseguito da Correggio tra il 1522 e il 1530 per la cappella della famiglia Pratoneri nella chiesa di San Prospero a Reggio Emilia, oggi si trova alla Gemäldegalerie di Dresda.
Particolare per gli effetti di luce e per il fatto che la scena si svolga di notte, è considerato il primo notturno in formato monumentale dell’arte italiana.

 

Il soggetto è tipico dell’arte fiamminga: la Madonna, quasi al centro del dipinto, guarda il suo bambino appena nato con tenerezza. Alle sue spalle, nascosto nel buio, si intravede San Giuseppe. Tutta la parte sinistra è chiusa in alto dalla presenza del gruppo di angeli, raffigurati con arditi scorci prospettici e illuminati dalla luce che irradia dal bambino, che abbaglia anche le figure delle due donne e del pastore somigliante a San Girolamo.

 

Tale spostamento di quasi tutte le figure sulla sinistra è una novità: in quest’opera Correggio lavora sulla diagonale, impostando il quadro su un assetto totalmente nuovo, precursore della dinamicità che diventerà la tendenza nell’arte successiva, una volta superato l’equilibrio formale classico, caratterizzato dalla simmetria e dalla compiutezza.

Quest’opera è una delle mie preferite per l’intensa carica emozionale della scena che è rafforzata dai forti contrasti chiaroscurali. Il luminismo è di fatto l’elemento centrale dell’opera. Un altro aspetto che mi colpisce sono gli sguardi morbidi, intimi e teneri dei personaggi, che influenzeranno ampiamente i soggetti religiosi nell’arte del XVI e XVII secolo.

Guardando questo quadro, oltre alla bellezza della composizione, dei corpi in leggere torsioni, della stesura dei colori e della pacatezza degli stessi, percepisco l’affetto della madre, la pace dell’atmosfera e il calore della luce che colpisce la pelle. Ancora una volta penso che l’arte sia realmente il potente veicolo di emozioni e di sapere capace di aprire la mente e far suonare in armonia le corde – conosciute o meno – della nostra sensibilità.

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