Artisti Emergenti

Mr Marr: stanze emotive

Mr Marr: stanze emotive

Carlo Marroccoli, in arte Mr Marr, inizia a coltivare il proprio estro creativo da giovanissimo, ridipingendo e modernizzando vecchi oggetti e mobili di famiglia. Negli anni sviluppa e matura un suo proprio stile che affonda le radici nella pop art e nel cubismo.

L’ALBA DENTRO L’IMBRUNIRE

L’angolo di una mente ripiena di fervida immaginazione ricrea una stanza vista in prospettiva. Luci si intrecciano a pattern decorativi, volti, corpi e dettagli. I colori si susseguono, cedendo gli uni il posto agli altri in piatte campate monocromatiche.
La forte geometricità che domina ospita, nelle pareti dell’illusione prospettica, figure dalle linee sinuose dotate di una decisa e ricercata bidimensionalità. Anche il lampadario sembra schiacciarsi a ridosso della parete, diventandone una decorazione dipinta. La sua luce fredda e geometrica illumina i colori e parte della figura in piedi, creando movimento e continuando il gioco di illusioni. Una seconda luce, di cui la fonte è celata, illumina la parete sulla sinistra, in basso.
Ciò che raffigura Carlo è una stanza mentale, uno spazio di immaginazione che va alla ricerca di visioni pop e contrasti tematici e visivi, in perfetta linea con il movimento emotivo ed emozionale che indossa lo stesso pittore.

AMON

Le forme geometriche vengono riempite da lisce e bidimensionali campiture di colore pop. Protagonista è un volto di profilo che risulta scomposto e ricomposto sulla tela. Il richiamo nel titolo all’antico dio, il cui nome significa nascosto, irriconoscibile è palesemente riproposto, ma in una chiave moderna e fresca. Il volto “nascosto” del quadro viene facilmente individuato e ricreato dall’occhio dello spettatore che mette insieme ciascun frammento dipinto. Forme e colori si intersecano tra di loro in un dialogo dagli accenti quasi provocatori. Un occhio aperto e vigile scruta silenzioso chi osserva, invitando a una più profonda ed enigmatica lettura dell’opera.

MODERN ART IV – DON’T GO AWAY

Il vivace e naturale ocra francese dei capelli della protagonista si staglia in primo piano e in aperto contrasto con le tonalità più morbide, ma più artificiali del resto del dipinto. Si apre un dialogo interessante anche tra le forme taglienti dello sfondo e le curve morbide con cui la donna viene disegnata. Si parla, forse, di una realtà meticolosamente curata, plasmata e smussata a dovere. Tutto è al proprio posto, o per lo meno così dovrebbe essere. Ma l’estenuante e continua ricerca di una perfezione irreale diventa soffocante. Da qui la richiesta esplicata nel titolo di non andare via. Una richiesta che ha il sapore amaro di una supplica. Non andare via, non farci sentire abbandonati e soli.

Lo stile pop di Carlo, con i contorni ben delineati e i colori che non danno alcuno spazio alla tridimensionalità, altro non è che una estensione di una cultura che si è evoluta in un più soggettivo sentimento di smarrimento, celato da forti contrasti tonali e da rigide linee di apparente sicurezza. Ogni personaggio dipinto si è costruito intorno a sé una bellissima gabbia colorata, di primo impatto di felicità e di ricchezza, ma a una attenta analisi non si può non notare l’estremamente soffocante realtà dei fatti.

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Sono una critica, gallerista e curatrice d'arte. Credo nell'espressione artistica di ogni persona, che punto a celebrare mettendola al centro dei testi critici che scrivo. Tratto in particolare agli artisti emergenti, per farli conoscere al mondo il più possibile.

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