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Aurelio Talpa: “WABI-SABI”

Aurelio Talpa: “WABI-SABI”

L’indefinita e incerta poetica artistica di Aurelio Talpa si concretizza nell’elaborazione di oggetti unici e irripetibili, impreziositi da una volutamente mancata perfezione propria delle opere di ceramica raku.

Volti lucenti, dai colori metallici, solidificati in espressioni che risultano fatue di primo impatto, ma che in realtà introducono lo spettatore a un’emozionalità vera, umana e profonda. La ceramica diventa pelle viva, si increspa fino a che non si formano solchi e crepe. Sono proprio queste crepe che Aurelio ricerca e a cui punta. L’umana imperfezione, il risultato del vissuto: rughe, graffi, buchi dell’anima che vengono messi in risalto e in continuazione ai fili di ferro che completano in modo del tutto parziale il volto rappresentato.

Gli occhi riflessivi dei volti statici diventano le porte d’accesso per un mondo che si concretizza nei lunghi e ingarbugliati filamenti che attraversano il capo e la mente delle figure. È un mondo che viene esplorato sotto la luce della lanterna emotiva e che si cela nelle celle più profonde dell’introspezione, e di conseguenza non traducibili, inafferrabili.

I non-finiti di Aurelio vivono dello spazio che li accoglie, permettendo ad ogni spettatore di continuare e di plasmare nuovi filamenti, nuove strade e nuovi percorsi, nuovi garbugli che, districati, formano il viaggio di una vita.

Le colorazioni blu e rossastra delle ceramiche di Aurelio parlano anch’esse di filtri e di specchi emotivi. La casualità con cui si formano – sono infatti il risultato del processo di ossidazione – rimandano ad una vitalità vera, ancestrale, materica, che si riflette però in un’umanità consapevole e orgogliosa.

Le opere vivono, si tendono e si corrompono nella celerità del pensiero umano, nella sua inaccessibile logica e nel fumoso risveglio da un sogno. L’inafferrabile divento uno dei temi dell’arte di Aurelio: inafferrabile è l’anima, così come lo sono il pensiero e il riscatto emotivo dal quale deriva.

Gli occhi vitrei e lucidi rifuggono lo sguardo di chi li cerca. Guardano sbarrati davanti a loro, ma in realtà non vedono nulla se non ciò in cui stanno annegando.

Testo scritto per il catalogo della mostra “WABI-SABI” tenutasi presso il Museo Provinciale Campano di Capua (CE) dal 20 maggio al 9 giugno 2023 e curata dall’art promoter Gianpaolo Coronas.

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Sono una critica, gallerista e curatrice d'arte. Credo nell'espressione artistica di ogni persona, che punto a celebrare mettendola al centro dei testi critici che scrivo. Tratto in particolare agli artisti emergenti, per farli conoscere al mondo il più possibile.

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