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Sara Polesini: sensazioni cromatiche

Sara Polesini: sensazioni cromatiche

Sara Polesini nasce fisicamente a Desenzano del Garda, ma umanamente tra le colate di acrilici e i densi colori in grado di riflettere una poetica di rinascita dal dolore. La brillantezza dei colori rende ogni tela preziosa, come se, dopo tanta pioggia incessante, il sole finalmente risplendesse sulle piccole gocce rimaste adagiate sulle opere di Sara.

PIOGGIA DI STELLE CADENTI

Su uno scuro cielo riverbera la luce della speranza che accompagna il fenomeno delle stelle cadenti e alla credenza ad esso collegato. Gli occhi rivolti ad uno spettacolo di energie che si sovrappongono negli anni, anni di sogni e di desideri sussurrati ai cieli della notte. Sara incornicia un attimo prezioso incastrato tra i pigmenti di colori, tra le pennellate e le colate di luce.

ANGELO NELL’UNIVERSO

Lapilli luccicanti, colate di sole, i colori dell’universo che in questo dipinto si mescolano per sublimare un concetto, che idealmente è astratto, ma che nella realtà di Sara è concreto come roccia: si tratta della protezione di un angelo custode. Il colore viene adagiato fluido sulla tela, quasi come se scorresse in eterno, rendendo un’astrazione viva e tangibile, dando corpo e peso all’etere stesso.

DONNA

Il profilo di una donna piangente occupa quasi tutto lo spazio del telaio che risulta leggermente in rilievo. Gli acrilici si sposano con la pasta materica che compone capelli e labbra, simboli di femminilità, messi in risalto dai brillantini lucenti. Proprio i capelli coprono gli occhi chiusi dal dolore, e le labbra si piegano in una smorfia di un amaro ricordo. Le lacrime color turchese scendono copiose dalle spente guance, simboleggiando la forza, l’orgoglio e la saggezza che nessuno potrà mai rubarle.

IL TEMPO

Un volto femminile, ma dalla folta barba suggerisce una figura umana nella sua interezza, comprendente il maschile e il femminile. Sara così rievoca così l’esperienza umana, limitata e fatale dello scorrere del tempo, rappresentato dal gioiello prezioso color oro, che ricorda un ingranaggio dell’orologio. Tuttavia le lancette non vengono dipinte: un altro importante indizio che vuole sottolineare la relatività del tempo stesso, e quanto è soggettivo per ognuno di noi. Gli occhi alzati al cielo e le labbra socchiuse fanno pensare alla sofferenza che la vita porta e a quanto le nostre energie siano fondamentali per affrontarla. I colori sono stesi con fitte e ben visibili pennellate che si allungano su tutta la tela, cupi a tratti, ma anche pregni di speranza.

GIARDINO BOTANICO

Sara, in questa tela, si sofferma su una riflessione geometrica di un giardino in cui vivono ed esplodono colori insieme a forme. Risulta quasi l’astrazione di erbe, fiori e arbusti di ogni tipo. Ma Sara rimane anche sul figurativo, a suo modo: si percepiscono infatti alberi in fiore dai tronchi fantasiosi disposti in varie direzioni. Tutto questo colore che appare rumoroso è regolato da un certo ordine emotivo che fa percepire ogni cosa al proprio posto, adagiando lo spettatore in una vasca calda di pace e tranquillità.

IL BACIO

Una nuova dimensione: due amanti i cui volti si fondono in un bacio dal leggiadro battito d’ali. Colori tenui, pastello vanno ad adagiarsi delicati sulla candida tela, formando le due figure bidimensionali, appartenenti, nel momento stesso in cui il bacio viene dato, a una dimensione onirica, quasi trascendentale. Il mondo fisico scompare e ciò che rimane è solo il pallido ricordo di una caducità che viene spazzata via dal manto di piume che avvolge i due protagonisti.

IL MARE

Colori vibranti vanno a formare una spiaggia rilucente che va a tuffarsi nel mare lontano. In primo piano delle stelle marine sono adagiate sulla calda sabbia. La sensazione provata è quella di essere distesi a guardare l’orizzonte che si tinge di oro. Siamo distesi lì, con le stelle marine, al loro livello e stiamo vivendo con loro. Sara dà una bella tridimensionalità, ricreando ombre e punti luce, senza rinunciare mai alla sua tecnica: i colori rimangono spessi e decisi, le pennellate forti e cariche di voglia di vivere.

PENSIERI

Un volto accennato di una donna dagli eleganti orecchini a festa che beve un drink è ripreso in primo piano, inondata da vivaci colori che entrano nella mente della protagonista. Sono sensazioni di pace, di benessere, di felicità che scorrono veloci sotto pelle fino ad arrivare il cervello, inebriandolo di gioia. Condensando i colori in rapide pennellate, Sara è capace di ricreare un’atmosfera di festa, di dare la sensazione di piedi nudi sulla fresca erba primaverile, di travolgere lo spettatore con il profumo inebriante dell’innamoramento.

AURORA BOREALE

Verdi, azzurri, colate dorate, lucenti gemme fluttuano danzanti nel cielo boreale. Un’altra astrazione che nulla ha di terreno, ma tutto ha di etereo; ci si dimentica delle forme, dei colori: Sara ne inventa di nuovi, inventa sensazioni cromatiche che si insinuano lentamente nella nostra anima, andando ad incastrarsi perfettamente con la poetica emotiva che viene recitata ad ogni pennellata. E lì stanno, e crescono, di dilatano fino a riempirci e a percepire esattamente l’emozione dell’aurora boreale, fatta di strati e di spasmi colorati.

ONDA ASTRATTA

Un’onda bagna la spiaggia dorata, per poi ritirarsi e inondarla nuovamente. Nella sua apparente staticità viene ricreata una situazione dinamica: ci sono forze che agiscono; la forza del mare che, potente, si scaglia contro la spiaggia, la deturpa quasi, deformandola, per poi ritirarsi e continuare nel suo ciclo erosivo. E la spiaggia è costretta a cambiare, ad adattarsi per resistere all’enorme forza seducente dell’onda marina. Viene così tempestata di lucenti bagliori di preziosità, che si mescolano con il mare stesso, in una danza vitale. La pasta materica ricrea una forte corposità, che concretizza l’astrazione di un pensiero, di una riflessione.

COSTA ASTRATTA

Una veduta aerea di terre emerse che si scontrano con onde marine su cui noi sorvoliamo cauti e contemplanti: questo sembra proporci Sara nella sua tela materica. Gli acrilici brillanti accolgono e inghiottiscono pietrine che rendono il dipinto ancora più tridimensionale, e che soddisfano non solo la vista, ma anche il tatto. E la matericità, la corposità dell’opera, va a sublimarsi in una ricercata e innaturale geometricità che sembra giocare con la nostra parte razionale, finché la nostra emotività non si sofferma ad accarezzare e a levigare ogni spigolo, ogni sassolino scomodo. È allora che accade la magia: l’accettazione della non conformità, di qualcosa che a prima vista è innaturale, ma che se viene accettato per com’è acquisisce il suo senso di esistere.

FORESTA

 

Legnose pennellate verticali, leggermente scolpite ai lati danno la sensazione di trovarsi davanti ad una corteccia molto ravvicinata. Oppure davanti a una foresta intera, fatta di tronchi e di infuocate foglie autunnali. Ci si perde, l’orientamento viene dimenticato. Siamo soli in questa foresta, senza sapere che strada prendere. Uno smarrimento più emotivo che fisico, un vorticare di sensazioni che a fatica di districano. Nodose e fitte emozioni, incendiate dagli sprazzi aranciati che alimentano la potente energia vitale di una personalità ferita e impaurita, travolta dall’angosciante sensazione di essere intrappolati nella propria mente.

Per approfondire l’arte di Sara, seguila su Instagram: creazioni_astratte_sp
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Sono una critica, gallerista e curatrice d'arte. Credo nell'espressione artistica di ogni persona, che punto a celebrare mettendola al centro dei testi critici che scrivo. Tratto in particolare agli artisti emergenti, per farli conoscere al mondo il più possibile.

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