Nicola Fantini: alienazione fotografica.

Nicola Fantini usa la fotografia come mezzo per esprimersi e raccontarsi trasformando istanti congelati nel tempo in fotografie toccanti, valorizzate da un forte contrasto chiaroscurale dato dall’uso del bianco e nero.

Utilizzando una lunga esposizione, Nicola raccoglie vari attimi in un unico scatto, per indagare su più elementi e riflettere sulla condizione umana. Siamo immersi in una società in cui sentiamo lo spasmodico bisogno di sfruttare ogni goccia del nostro prezioso tempo e in cui le persone sono iper-connesse tra di loro.

Ogni momento sfugge con la stessa velocità con cui si frammenta la realtà, e simbolicamente le esposizioni lunghe di Nicola rallentano e fermano questo processo, unendo spazio e tempo in fotografie che tracciano il movimento del mondo.

L’uso del bianco e nero ha per Nicola un valore allegorico: sostiene infatti che il colore sia come un bell’abito, che può arricchire e valorizzare una fotografia, ma la priva anche della sua più genuina natura, data dalle profonde ombre che solo l’utilizzo del bianco e del nero possono tirare fuori: vengono infatti allungate e dilatate, rese importanti tanto quanto la luce.

Il bene e il male governano il mondo e gli esseri viventi, plasmando la loro essenza e guidandoli nel loro percorso. Nicola porta a galla questo concetto mettendo in risalto e valorizzando le zone d’ombra che, come esseri umani, tendiamo a nascondere.

Il progetto fotografico Box a cui Nicola sta lavorando mira a ritrarre l’alienazione umana rispetto ai propri sogni: coprendo la testa e quindi la mente – sede dei sogni e dei desideri – con una scatola cubica, il fotografo comunica una sorta di standardizzazione della massa, che pur di essere accettata rinuncia alla propria personalità e ai propri sogni.

Parallelamente Nicola con questo progetto vuole denunciare il paradosso dello sbilanciamento che esiste tra anima e corpo, in quanto la tendenza ad esaltare e a valorizzare maggiormente il contenitore piuttosto che il contenuto è particolarmente presente e in grado di spogliare l’uomo dalla propria essenza, portandolo così ad una maggiore alienazione.

L’espressione artistica di Nicola Fantini evoca nostalgie e malinconie capaci di indagare nel profondo la condizione umana e di piantarsi nell’animo dello spettatore, che si ritrova travolto da atmosfere di enorme spessore emotivo.

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